Come combattere l’insoddisfazione sul lavoro? Strumenti per i datori di lavoro

insoddisfazione sul lavoro          
Redazione

Ecco come aiutare i dipendenti a combattere l’insoddisfazione sul lavoro

Il lavoro nobilita l’uomo, o almeno così dovrebbe essere. L’obiettivo di ogni lavoratore è quello di riuscire a realizzarsi nella sua professione, sia a livello economico che personale, eppure, talvolta, questo sembra un traguardo difficile da raggiungere. Sono tantissime le persone che lamentano insoddisfazione sul lavoro fino a vivere l’azienda come una gabbia.

Perché mi trovo qui? Perché mi sento in questo modo?

Le varie iniziative e la buona volontà aiutano a rendere tollerabile quella mansione o quell’ambiente, ma in minima parte. Il risultato? La persona si spegne piano piano, quasi senza accorgersene.

A volte questo accade perché la ripetitività di un lavoro o l’incomprensione dei dirigenti reprimono la creatività, i talenti e le passioni dei dipendenti. Non sarebbe, invece, bello se ad ognuno fosse data la possibilità di contribuire al successo dell’azienda sfruttando le proprie capacità?

Da cosa nasce l’insoddisfazione sul lavoro

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Per lavorare bene dobbiamo trovarci in un ambiente che corrisponde alle nostre caratteristiche e che si allinea con i nostri valori. Si tratta di un rapporto molto personale, dobbiamo infatti considerare che quello che può andar bene per noi può tradursi in insoddisfazione sul lavoro per qualcun altro.

Ecco perché a molti dipendenti può capitare di sentirsi male, desiderare di essere altrove, anche se il lavoro in questione è il tanto agognato posto fisso e anche se razionalmente si tratta di un buon posto che sarebbe sciocco abbandonare. Il desiderio di cambiamento genera colpa, soprattutto se le persone vicine (parenti o amici) scoraggiano dall’intraprendere tale decisione. In più, c’è la paura dell’ignoto a fare la sua parte, e la gabbia diventa sempre più grande.

Ora che abbiamo capito cosa si intende per insoddisfazione sul lavoro, poniamoci la domanda contraria: cosa rende un lavoratore soddisfatto?

Un lavoratore si sente motivato quando trova nella sua azienda e nelle sue mansioni degli elementi in grado di soddisfare i suoi personali bisogni di identità, appartenenza, gratificazione e riconoscimento. Un lavoratore è felice se viene messo in condizione di poter sfruttare il proprio talento e valorizzare le proprie personali potenzialità. Ognuno di noi spicca per una o più caratteristiche: leadership, gentilezza, abilità nelle relazioni, e via dicendo. Viene meno la motivazione legata al compenso economico, ma al senso di soddisfazione che si riesce a raggiungere in un contesto: il lavoro soddisfa il bisogno di essere competenti, di avere un’identità. Chi entra in un’azienda vuole sentirsi parte di un gruppo, cosa che soddisfa i bisogni di appartenenza e di protezione. 

Come puoi contrastare l’insoddisfazione sul lavoro dei tuoi dipendenti

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Se gestisci dei dipendenti puoi fare molto per aiutarli a crescere e a trovare la motivazione. Ecco quindi come puoi venirgli incontro:

Step 1: crea obiettivi legati alle performance

Per prima cosa è necessario lavorare per obiettivi e creare piani di lavoro chiari e definiti nel tempo. È importante che questi obiettivi siano legati alle performance e non ai risultati, altrimenti le persone si concentreranno sul risultato e non su cosa devono fare per arrivarvi.

Step 2: permetti loro di essere creativi

La creatività è una potente molla per l’entusiasmo ed entra in gioco quando si devono applicare le potenzialità personali al lavoro: i dipendenti che vengono messi in condizione di fare questo si sentono utili e soddisfatti perché viene data loro la possibilità di crescere e migliorare se stessi e la loro carriera.

Step 3: crea un ambiente di lavoro positivo

Nell’ambiente di lavoro deve poi essere instaurata la giusta atmosfera, una nota di positività non guasta mai: le persone vanno motivate, comprese, valorizzate per la loro unicità. Ricorda sempre che il successo di un’azienda è determinato dalle persone che ne fanno parte.

Ma come puoi imparare a tirare fuori il meglio degli altri, a renderli consapevoli di quello che fanno e dei loro obiettivi? Il Coaching è la risposta che fa per te.

Il percorso di coaching ideale per le aziende

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Il processo di Coaching “traghetta” l’azienda da una situazione attuale, quella che trova il Coach al suo ingresso, ad una situazione che corrisponde esattamente a quella desiderata, sia in termini di numeri, sia in termini di allineamento tra le persone ai valori e alla Vision.

Se vuoi applicare alla tua azienda gli strumenti del Coaching e della PNL e acquisirne i benefici puoi contattare l’Istituto The Mind of the Child: verrà studiato un percorso di coaching aziendale ad hoc in base alla tua realtà. Avrai a tua disposizione un coach aziendale che rimarrà con voi fino a quando avrete raggiunto i vostri obiettivi professionali.

Il Team dei Coach dell’Istituto The Mind of the Child guidato da Alessia Mortilla che ha 25 anni di esperienza alla guida di aziende nazionali ed internazionali, ti guiderà verso il raggiungimento dei Risultati desiderati.

Se, invece, vuoi essere tu stesso parte attiva del miglioramento della realtà aziendale puoi prendere parte al percorso BUSINESS studiato per guidare imprenditori e professionisti a trovare equilibrio e armonia nelle relazioni, nei ruoli e nel sostegno delle persone che guidano.

Ri-comincia da te stesso per essere una guida per gli altri e massimizzare i risultati del vostro team di lavoro!

The Mind of the Child è l’unico istituto in Italia che prevede ben nove ambiti di specializzazione di altrettanti settori. Tutti i contenuti formativi dei corsi ed i relativi esami finali sono riconosciuti ai fini della certificazione come Coach Professionista dall’ANPCP (Associazione Nazionale Professionisti di Coaching e PNL).